Ventotto pagine che illustrano la futura strategia degli Stati Uniti in materia di intelligenza artificiale. Il problema? Dietro ai grandi slogan sulla libertà di innovare
si nasconde qualcosa di molto diverso da quello che sembra.
L’ossessione di Trump per un’AI “neutrale” (ma non troppo)
Trump ha le idee chiare su come deve ragionare l’intelligenza artificiale del futuro. Il suo AI Action Plan parla di modelli obiettivi e privi di pregiudizi ideologici imposti dall’alto
. Suona bene, no? Il trucco sta nei dettagli. Chi decide cosa sia obiettivo e cosa sia un pregiudizio? Il documento non lo specifica, ma il messaggio è chiaro: le AI che riflettono valori progressisti come la lotta alle discriminazioni o il riconoscimento delle disuguaglianze sistemiche sono un problema da eliminare.
La censura arriva dritta al punto: il piano ordina di cancellare dalle linee guida federali parole come diversità
, equità
, inclusione
e riscaldamento globale
. Una pulizia semantica che farebbe invidia ai regimi autoritari.
Dopo aver stabilito cosa l’AI può o non può dire, il piano si concentra su come accelerarne la diffusione. La ricetta è semplice: via tutte le protezioni normative. Gli Stati che osano imporre le proprie leggi sull’AI? Niente più fondi federali. Le restrizioni ambientali per data center e fabbriche di semiconduttori? Eliminate. Prima sperimentare, poi regolamentare
.
L’entusiasmo per la deregolamentazione raggiunge vette surreali quando il documento invita ad ampliare la rete elettrica per accogliere le industrie ad alto consumo energetico del futuro
. Per la serie: costruiamo quello che vogliamo, dove vogliamo, senza badare ai costi ambientali.
L’AI come arma di guerra
Il piano non nasconde le sue ambizioni militari. Integrazione “aggressiva” dell’intelligenza artificiale in tutti i settori dell’amministrazione, difesa compresa. L’obiettivo dichiarato è la competitività e la sicurezza nazionale, ma il risultato pratico è la militarizzazione di una tecnologia che dovrebbe servire il bene comune.
La soluzione magica di Trump ai problemi sociali
E i lavoratori che perderanno il posto a causa dell’automazione? I dilemmi etici dell’uso militare dell’AI? Il piano ha una risposta semplicissima: formare rapidamente i lavoratori per prosperare in un’economia potenziata dall’AI.
Come se bastasse un corso di formazione per compensare l’automazione di massa e risolvere questioni etiche complesse.
È la classica piroetta politica: ignorare i problemi reali e vendere soluzioni miracolose. L’AI Action Plan di Trump non è un documento tecnico sulla tecnologia. È un manifesto politico che trasforma l’intelligenza artificiale in uno strumento di controllo ideologico, nascosto dietro la retorica dell’innovazione e della competitività nazionale.
Fonte: www.puntoinformatico.it (da The Verge)